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Nelle camere nuziali dei miei occhi

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Mi raggiungi ognivolta,

nel segreto di Dio,

col fiato lento di una luce partorita

sui capelli neri fatti lunghi; 

questa è la radice che riparo

con pazienza, l'anello sulla zampa 

bagnato dalla pioggia, trasparente 

 

il mio sogno è tutto qui, 

lo spazio da riempire

più profondo delle cose

della tua ombra gravida,

durante la mia cena

leggera, di bestie, di libri, di alberi parlanti

e otto  ninive d'acqua sopra il comodino,

mentre mi preparo per la notte

e prego, nell'orecchio all'elefante, 

in quello debole, di lana,

facendo un solco piccolo col dito

un gesto chiaro sopra gli occhi,

come un segno d’acqua in chiesa

 

la stessa linfa di un fiore che si chiude

nell’armonia di una casa quando a sera,

sigillata dalle mani più amorose,

in sé divine, come una freccia va

e viene in fondo all’arco-

a rigenerarsi dentro al nulla

con la respirazione  degli uccelli

riuniti  nel fuoco dell’eros divorante,

che non divora l’occhio e la sorgente-

fino a lui, al di sopra di tutti gli amanti,

e nel vivo delle viscere pianta un riso,

aprendo il grembo nel segreto della rosa.

 

Mio amante chiaro sulla moltitudine,

dove poco a poco si muore in tutti i sensi

per vivere in te,  come pronti a fuggire

dal corpo scosso, dalle fondamenta

che si aprono via via che questa stretta

fa il profondo. E  l’Oriente ci risponde.

 

E’ il tuo Nome che posso udire ora

Posso godere,

senza attendere l’ultimo giorno

anche morire,

guarita,  nella tua castità

portando degli aromi

fino al termine di me stessa,

la pietra del nome.  E l’eros più sottile

è tutto qui, vertiginosamente bello,

nelle camere nuziali dei miei occhi

non ho bisogno di toccarlo,

è il silenzio che divengo,

il  bacio profondo di un angelo

 

 

                           Fotografia: Alpi Marittime

                                  di Luigi Maria Corsanico Nastasi

 Ferdinando Battaglia - 16/05/2014 20:33:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Chi avesse ricevuto il dono di riflettersi in quegli occhi, così profondamente amanti da trasfigurarsi in camere nuziali benedette dall’amore, come potrebbe non avvertire in sé l’urgenza di flettere le ginocchia per lasciarsi bagnare da così grande amore? Come non esprimere la gratitudine ad un destino d’amore immeritato, se non mettendosi in ginocchio e rispondere a quest’amore riamando?
Entrare in questi tuoi versi, Amina, è accettare di sopportare il peso di una luce troppo intensa che ferisce profondamente le nsotre viscere, rischiare di rimanere immobili nell’incanto di questa lingua che sfiora la bellezza degli angeli...
Un domani, gli studiosi innamorati della tua biografia poetica, riterranno questa poeisa il capolavoro della tua anima, riconoseranno in te la grazia di volare così in alto da vedere l’Invisibile senza mai disgiungere da quel cielo la bellezza di essere pelli dentro le nostre carni.

Ho solo balbettato l’insufficienza inadeguata a commentarti degnamente, MiaInsuperabilePoetessa.

 Franca Alaimo - 16/05/2014 12:11:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Questa poesia di Amina, come tutte le altre, porta in sè quell’eccedenza di sensibilità e di visione che è propria degli occhi di Amina. Poiché la poesia è uno sguardo su mondo e ogni sguardo è diverso; e quello di Amina attraversa le cose e vede l’invisibile e cuce insieme con uno slancio mistico fiori, animali, alberi parlanti figure della memoria, e li intride delle sue emozioni e dei suoi sogni. E, infine, ogni cosa è condotta nel grembo divino; così come le sue preghiere, mentre intanto sussurra qualcosa ad un elefante di pezza e imprime un solco con il dito, con quel suo senso casto dell’eros che ormai le conosco.
E, naturalmente, tutta questa eccedenza, come dicevo all’inizio, si trasforma nel lettore in una folla di emozioni che talvolta toglie il respiro. Anche a me piacerebbe avere otto ninive sul comodino!

 Lorenzo Mullon - 16/05/2014 08:54:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

due gli occhi per il mondo del bene e del male, dell’io e del tu
uno solo per la beatitudine

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